Breve storia del social
Parlare della storia dei social può sembrare particolarmente strano, dato che, sembra essere un fenomeno relativamente recente. Senza dubbio, in pochi decenni l’evoluzione dei social ha modificato lo stile di vita del XXI secolo.
Di fatto, come indicato nel report ‘Digital in 2016’ di We are Social, al giorno d’oggi il 31% della popolazione mondiale utilizza i social attivamente. Una mole di persone impressionante, pari a 2,307 bilioni di individui. E un dato che risulta ancor più interessante per conoscere l’evoluzione di questo fenomeno è la penetrazione degli utenti attivi sui social, attraverso i dispositivi mobile, pari al 27%. Non esiste un dato preciso riguardo l’inizio delle attività sui social. Ciò nonostante, possiamo affermare che gli strumenti social, con le caratteristiche che attualmente conosciamo, sono apparsi negli anni ’90, ma le prime attività risalgono alla decada precedente.
Quando sono nati i social?
Gli albori di ciò che oggi chiamiamo social network risalgono a diverse decadi fa. Nel 1971 fu inviata la prima mail attraverso due pc che si trovavano uno di fianco all’altro, grazie a RayTomlinson.
Più tardi, nel 1978, ci furono i primi scambi di BBS (Bulleting Board System) attraverso le linee telefoniche con altri utenti. Inoltre i primi esempi di navigatori di internet furono sperimentati nel medesimo anno, attraverso la piattaforma Usenet.
Ma bisognava aspettare il 1991 perché Tim Berners Lee inventasse il linguaggio html, uno degli elementi essenziali perché la navigazione web diventasse semplice e popolare.
Da Geocities alla nascita del punto com
Qualche anno più tardi, nel 1994, fuu lanciata per la prima volta quella che possiamo considerare una delle prime reti sociali, GeoCities. Senza dubbio, l’idea originale di questo spazio era il fornire un servizio di creazione di pagine web semplice, divise per categoria.
L’anno successivo, nel 1995, vede la luce TheGlobe.com. Questa rete sociale forniva l’opportunità agli utenti di personalizzare le proprie esperienze on line pubblicando un contenuto e interagendo con altre persone con i medesimi interessi. Nello stesso anno nacque Classmates, un sito che aiutava le persone a collegarsi con i propri compagni di classe o di lavoro.
Due anni più tardi è il turno di SixDegrees. Uno spazio che alcuni considerano il vero primo social. O almeno il primo strumento che assomiglia al concetto di social attuale. SixDegrees offriva la possibilità di creare profili personali e di invitare amici a visitare i profili degli utenti. Ciò nonostante, tutti questi strumenti non si sarebbero mai trasformati in spazi davvero rilevanti su internet, in un’epoca dominata da Yahoo o Altavista.
Nel 1997 fu lanciato per la prima volta Instant Messenger. Un programma di messeggeria istantanea creato da Microsoft Windows in cui gli utenti potevano trovare i servizi base di una chat con lista di contatti personalizzata. Può essere considerato il precursore di uno dei social più potenti del momento, WhatsApp.
La scomparsa di diverse aziende tecnologiche cresciute grazie al boom economico legato al punto com sembrava minare in quel periodo la crescita del mondo internet. Ma nello stesso periodo sono nate diverse start up che, anni dopo, avrebbero scritto la storia dei social.
L’esplosione 2.0 nel nuovo secolo.
All’inizio del XXI secolo, esattamente nel 2002, fu lanciato per la prima volta Friendster con un obiettivo molto chiaro: conoscere nuove persone attraverso le cerchie di amici. Questa possibilità offriva agli utenti più fiducia e Friendster risultò essere una formula di successo, arrivando ad ottenere tre milioni di utenti nei primi mesi dopo la sua comparsa.
Un anno più tardi, nel 2003, fu inaugurato il social del momento: MySpace. Questo nuovo strumento era il più interattivo del momento. Su MySpace era possibile gestire profili personali, uploadare immagini, commentare ecc…e il tutto era principalmente dedicato ai gruppi musicali.
In paesi come gli Stati Uniti, molte band indie cominciarono a utilizzare MySpace per farsi pubblicità collegandosi con i propri fans. MySpace captò subito la potenzialità dello strumento e si aprì anche agli altri artisti, affinché facessero attività di promozione.
MySpace si diffuse principalmente negli stati uniti ma in altri paesi cominciarono a comparire servizi similari come per esempio Orkut, uno dei primi social creati da Google in Brasile, Hyves in Olanda, Mixi in Giappone. Ma MySpace fu il primo vero social ad ottenere un numero di utenti davvero impressionante ed a scomparire tanto rapidamente.
Facebook ha oltre 1.600 milioni di utenti.
L’avvento di social come LinkedIn o Flickr e spazi come Digg, WordPress o Youtube era prossimo. Nel 2004 fu creato il social più noto al mondo, Facebook. Questo nuovo social non tardò a superare MySpace come numero di utenti. Il suo successo fu tale che MySpace dovette modificare la propria strategia, presentandosi come piattaforma di intrattenimento e non come social.Facebook, creata da Mark Zuckerberg, nacque inizialmente con l’obiettivo di collegare gli studenti universitari di Harvard. Di fatto, oltre la metà degli studenti dell’università si iscrissero durante il primo mese di funzionamentto. Un anno dopo il lancio, Facebook era già presente in circa 500 università americane, con oltre 2 milioni di utenti. Nel 2006 Facebook passa a essere un servizio aperto al pubblico. Cosa che cambia radicalmente la storia dei social. Anche le aziende videro all’epoca una grande opportunità del servizio, come strumento di promozione.Attualmente, questo social è riconosciuto come uno dei più importanti di tutti i tempi. Continua ad essere il social con il maggior numero di utenti: 1650 milioni di utenti attivi al mese, in continua crescita.
Twitter, un nuovo modo di fare la rivoluzione
Due anni più tardi, nel 2006, nasce Twitter, uno spin-off di Odeo, l’avventura imprenditoriale in cui si erano imbarcati i creatori di Blogger, dopo la vendita a Google. Jack Dorsey, Evan Williams e Biz Stone crearono uno strumento che nacque come sistema di messaggeria interna per inviare notizie in grado di rivoluzionare la comunicazione. I limiti di Twitter, i 140 caratteri, sono la grande idea di questo sistema di microblogging. Al giorno d’oggi non c’è evento a livello mondiale che non venga riportato su Twitter.
Negli ultimi anni sono comparsi ulteriori social di nicchia molto popolari. Alcuni dei social più noti sono:
- Pinterest: è una piattaforma in cui condividere immagini. Le immagini sono organizzate in board personali a tema.
- Tumblr: è una piattaforma di microblogging che permette agli utenti di pubblicare testi, video, immagini, link e citazioni.
- Youtube: una piattaforma attraverso la quale gli utenti possono caricare e condividere contenuti video. Ospita milioni di video musicali, programmi tv o videoblogs.
- LinkedIn: è un social specifico per le aziende e il mondo del lavoro. Ogni utente ha la possibilità di creare un profilo dove proporre la propria esperienza lavorativa e le proprie qualità. Il social mette in contatto tra loro milioni di professionisti.
- Snapchat: questa app mobile permette di inviare immagini o video che spariscono dal telefono del destinatario dopo pochi secondi. Tutto il contenuto viene inviato attraverso messaggi privati.
Menzione a parte meritano i tentativi di Google di creare un social adeguato. Al margine di YouTube Google ha cercato di creare un social con Google Buzz, che ha avuto scarso successo. Successivamente, ha lanciato Orkut, che ha avuto successo solamente in Brasile, e ha terminato con Google+, un social che è già stato modificato più volte e che non è ancora decollato.
Lo sviluppo dei social è stato impressionante negli ultimi anni. A storia dei social è comunque in una fase attiva e continua a provocare molte evoluzioni nel mondo. I social hanno cambiato completamente le relazioni tra le persone. La comunicazione o immediata sia nella vita personale sia in quella professionale.
Un aspetto accentuato in una nuova tappa della storia dei social, in fase di scrittura: i social in versione mobile, dove applicazioni come WhatsApp, Instagram o Snapchat cominciano a fare ombra ai vecchi giganti.
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