8 marzo – Festa della Donna: il lavoro che vorrei

Marzo 07, 2017
admin
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Dal sondaggio di Cliccalavoro uno spaccato del rapporto donna-lavoro

Per il 77% delle mamme-lavoratrici, la flessibilità degli orari è la soluzione per una migliore work-life balance.

L’8 Marzo di questo 2017 resterà molto probabilmente nella storia: è previsto infatti un vero e proprio “sciopero delle donne con astensione dal lavoro produttivo e riproduttivo” che coinvolgerà 40 paesi nel mondo. La mobilitazione, che vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sulle forme di disuguaglianza tra uomini e donne, senza trascurare gli aspetti dedicati alla protezione personale, prevede l’astensione dalle attività da parte di lavoratrici precarie, dipendenti, autonome e disoccupate. La ricorrenza dell’8 Marzo di quest’anno, quindi, vuole assolutamente richiamare l’attenzione a livello globale sul rapporto sempre più complicato tra donne e lavoro. Il ruolo della donna lavoratrice è sicuramente evoluto negli anni, ma ancora resistono discriminazioni e disparità dovute alle molteplici attività che vedono le donne in primo piano: seguire i figli, la famiglia e spesso anche i genitori anziani.

Eppure basterebbero orari flessibili, o la possibilità di scegliere un part-time o ancora gli asili nido in azienda per conciliare le esigenze delle donne che oltre al lavoro devono occuparsi di bambini e famiglia e che non vogliono trascurare se stesse. Sono questi infatti i “desiderata” delle lavoratrici che hanno risposto al sondaggio di Cliccalavoro, il portale verticale dedicato alla domanda e all’offerta di lavoro del Gruppo Antevenio, leader Sud-europeo per le tecnologie di editoria e marketing. Il sito, infatti, in occasione della Festa della Donna ha condotto, attraverso i suoi 750 mila iscritti alla newsletter e gli oltre 840 mila fan su Facebook, il sondaggio “Il lavoro che vorrei” per indagare il rapporto donna e lavoro e capire quali sono gli ostacoli che ancora oggi non permettono di far decollare la carriera professionale dell’universo femminile.

Al sondaggio hanno risposto donne da tutta Italia lavoratrici e non – 65% attive contro un 35% che al momento non sta lavorando – di età compresa tra i 20 e gli oltre 60 anni. I feedback sono arrivati da tutte le regioni italiane con un picco del 55% al nord, seguiti da un 24% al centro, 14% al sud e 7% da Sicilia e Sardegna.

La maggior parte (43%) ha dichiarato di essere sposata, il 28% ha affermato di essere fidanzata, 11% divorziata, 17% single e 1% ha risposto di essere vedova. Il 32% di chi ha risposto ha rivelato inoltre di essere mamma contro un 26% che ha dichiarato di non esserlo.

Le donne con un’attività full time sono prevalentemente lavoratrici subordinate così come chi lavora part-time. Poche quindi le libere professioniste o le imprenditrici. Serpeggia però un certo grado di insofferenza perché il 60% ha dichiarato di non essere pienamente soddisfatta del proprio lavoro con una unica eccezione: le mamme con il part-time. Le donne che lavorano part-time hanno il 10% di soddisfazione in più rispetto all media, soddisfazione che aumenta del 25% se le donne che lavorano part-time sono anche mamme.

Quando però si scava nelle pieghe chiedendo se ritengono che l’azienda per cui stanno lavorando abbia a cuore il loro benessere, la risposta è unanime da parte di tutte le categorie (full time e part-time, mamme e non): il 70% ritiene che il datore di lavoro non tiene in debita considerazione il loro benessere.

Un risvolto inaspettato e controcorrente emerge invece dalle risposte delle lavoratrici su eventuali differenze tra uomo e donna: il 55% dichiara di non rilevare diversità di trattamento e atteggiamento tra i due sessi. E’ un segno importante, benché riconducibile ad un campione limitato, che mette in luce una possibile tendenza al cambiamento da parte delle aziende.

La maternità è uno dei momenti più delicati per le donne lavoratrici: dare alla luce un figlio è uno dei motivi che da sempre crea tensioni e rotture tra azienda e dipendente donna. Il 57% delle donne lavoratrici che non sono ancora mamme si dimostrano preoccupate e insicure su cosa potrà succedere al rientro dal congedo parentale, ma di contro il 56% delle mamme lavoratrici rientrate dal congedo parentale dichiara di averlo poi vissuto serenamente perché l’azienda si è dimostrata disponibile e attenta alle sue esigenze.

Resta ancora a grande carico delle donne la cura dei figli che in termini pratici si traduce in necessità di tempo per poterli seguire e accompagnare nella crescita. Per le mamme però la soluzione è chiara e lampante: la flessibilità dell’orario è stata la risposta più gettonata alla domanda “Al rientro dalla maternità, cosa potrebbe fare la tua azienda per facilitare il tuo nuovo ruolo di mamma che lavora?”: in totale, il 77% delle intervistate ha risposto che orario flessibile (34%), part-time (25%) o lavoro da remoto (18%) sono gli elementi che potrebbero rispondere in maniera produttiva alle nuove necessità delle mamme che vogliono continuare a sentirsi parte attiva della popolazione che lavora. Ulteriore aiuto arriverebbe, secondo il rimanente 23%, dagli asili nido aziendali.

Il 79% delle donne lavoratrici si dichiara tecnologica ma solo il 39% ritiene che la tecnologia le aiuti concretamente nella loro “work life balance”. L’applicazione più gettonata è l’agenda elettronica sul proprio smartphone per organizzare le proprie giornate.

“La lettura dei risultati di questo sondaggio genera due considerazioni: la conferma del grande pragmatismo delle donne e la richiesta esplicita delle lavoratrici che diventano mamme di poter continuare il proprio percorso professionale. Noi professioniste di oggi vogliamo realizzarci nell’ambito lavorativo senza però rinunciare alla famiglia, chiediamo un orario più flessibile così da essere serene e quindi più produttive. Ho letto con grande positività quel 55% di intervistate che ha dichiarato di non rilevare diversità di trattamento tra uomini e donne: sorprendente e senz’altro di buon auspicio per il futuro. Ci auguriamo che i dati che emergono dalle rilevazioni di Cliccalavoro inducano le aziende ad attuare sempre di più politiche di lavoro capaci di migliorare il benessere di tutti i lavoratori” afferma Alice Zucchelli, Responsabile Portali Verticali di Antevenio Italia.

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